E’ passata una settimana da quello che è successo al parco Mario Moderni in via della Cava Aurelia a Roma. I bambini del quartiere hanno fatto tantissimi disegni che hanno affisso sulla recinzione del parco che ora è chiuso, probabilmente sotto sequestro giudiziario dopo le molte denuncie che ci sono state.
Si cerca di ragionare su quello che è successo ma ancora l’onda emotiva è forte, nel pomeriggio di sabato 24 Ottobre si terrà una manifestazione, promossa da tutte le associazioni per i diritti degli animali, in piazza del Popolo. Intanto però l’onda assassina non si ferma, in tutti i parchi naturali di Roma sono state posizionate, e armate, le “gabbie trappola” per catturare altri cinghiali.
Perché tutto questo? Eppure in molti hanno ripetuto che ci sono altre soluzioni possibili, attraverso le sterilizzazioni oppure il trasferimento in oasi protette dove i cinghiali potranno vivere una vita tranquilla. Viene da pensare, a questo punto, che non si voglia, e non si voleva neanche la sera del 16 Ottobre, una soluzione non cruenta. Se c’è un problema deve essere risolto abbattendolo, non risolvendolo in altro modo. E questo accade non solo nell’ambito dei diritti degli animali.
In tutto ciò sembrano salvarci i bambini che vedono le cose in modo semplice e autentico, come dimostrano i loro disegni. Sto preparando uno spettacolo per bambini che presto porterò nelle scuole e dove sarà possibile, per far capire che un’altra soluzione c’era.
Ieri pomeriggio, venerdì 16 Ottobre 2020, ho accompagnato due amiche volontarie per i diritti degli animali, al giardino Mario Moderni in via della Cava Aurelia, a pochi passi da piazza San Pietro. In quel luogo era rinchiusa da 24 ore una famiglia di 6 cuccioli di cinghiale con la loro mamma. Gli ungulati erano tranquillissimi e sembrava una festa del quartiere, con bambini, mamme e maestre che davano da mangiare ai piccoli, e i bambini erano divertitissimi.
Questa scena bucolica sarebbe però presto diventata un vero e proprio incubo metropolitano. Paola aveva partecipato la mattina ad un tavolo tecnico in Comune dove il dirigente tal Marcello Visca aveva preso la decisione di uccidere entro sera quei cinghialini. Perché? Che male avevano fatto? Sembra che il problema, almeno così dicono, derivi dalle leggi regionali che prevedono o il trasferimento degli animali in una azienda venatoria nel Lazio, dove sarebbero stati poi uccisi dai cacciatori, oppure la sedazione e siringa letale sul luogo e poi trasferimento delle carcasse per essere incenerite. Tutto qui? Ma soluzioni alternative non ci stavano? Sì che c’erano, diverse associazioni si erano rese disponibili ad accogliere i cinghiali presso le loro riserve naturali per fargli vivere una vita decente. Ma no, quei cinghiali dovevano morire e basta!
Ed eccomi qui ad assistere a un evento veramente terribile di cui penso che porterò il segno per molti anni. Non era solo il fatto in sé anche se raccapriciante, ma il modo in cui tutta la storia è stata eseguita. C’era uno schieramento di forze dell’ordine massiccio con diverse auto della polizia locale e 3 blindati della polizia di stato. Sembrava che dovevano arrestare Totò Riina, e invece erano solo alcuni cinghialini assolutamente tranquilli e per niente aggressivi.
la testimonianza di una mamma e l’intervento del suo bambino di 8 anni
Perché siamo arrivati a questo? Di certo la colpa non è stata dei cinghiali ma di come le istituzioni, in primis il Comune di Roma, hanno gestito tutta la vicenda. Le soluzioni proposte dagli animalisti erano semplici e chiare, ovvero per prima cosa chiudere i varchi da cui i cinghiali passano dal loro habitat naturale nelle strade della città. Poi limitare la presenza di immondizia per strada da cui i cinghiali vengono attirati. Se proprio non si riesce a limitare la trasmigrazione catturare i cinghiali con metodi non violenti e portarli in aree protette.
E la politica che cosa ha fatto in tutto ciò? La sindaca non si è proprio sentita. Tutta l’operazione è stata gestita dai tecnici, in primis il tal Marcello Visca che ad un certo punto è comparso anche a via della Cava Aurelia per controllare che tutto andasse secondo quanto da lui ordinato. Sì ci sono le leggi, che tra l’altro le fanno loro, ma il ruolo della politica è sempre stato quello di mediare tra le leggi e i diritti degli animali e dei cittadini, e la realtà dei fatti, trovare soluzioni intelligenti. Ma niente, a quanto pare la luce della ragione non ha sfiorato le menti dei politici e la mattanza è avvenuta. Si è mossa da lontano solo la Michela Brambilla che ad un certo punto ha telefonato che aveva parlato con Nicola Zingaretti e che la cosa sembrava risolta. Invece poco dopo, di soppiatto, le guarde provinciali sono entrate nel parco per sopprimere i cinghiali.
il camion venuto a recuperare le carcasse degli animali
Che dire? Mi è sembrato un film dell’orrore. Nella mia mente rivedevo le immagini dei bambini che poche ore prima coccolavano e davano da mangiare ai cinghialini, e come ultimo flash vedevo dal vivo il camion con su scritto “materiale destinato all’eliminazione” che portava via le carcasse dei poveri cinghiali, caricate e buttate a peso morto nel cassone, come fossero semplice immondizia. E allora mi viene da pensare che i veri predatori, quelli da cui guardarsi con sospetto, siamo proprio noi umani… I bambini di sicuro hanno subito uno schock post-traumatico, il Comune di Roma si impegni ad inviare subito nel quartiere una equipe di psicologi per aiutare le maestre delle scuole a farlo superare ai bambini.
Tutta la vicenda è stata filmata da una troupe di Striscia la Notizia, con l’inviato Jimmy Ghione, che la manderà in onda lunedì 19 Ottobre.
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